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Redazione

Coronavirus, gli ortopedici siciliani pronti a fronteggiare l’emergenza



oggi salute | 30 marzo 2020

“In questi giorni difficili dobbiamo fare tutti quadrato per dare una mano a fronteggiare l’emergenza”. Lo afferma il chirurgo ortopedico Giorgio Sallemi (nella foto), primario del reparto di Ortopedia all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa e presidente dell’Asoto, l’Associazione siciliana ortopedici traumatologici ospedalieri. Le attenzioni sono tutte rivolte alla pandemia che sta minacciando il mondo, anche se fortunatamente nell’Isola il numero dei contagi si mantiene più contenuto rispetto ad altre parti d’Italia.

“Gli ortopedici siciliani dell’ospedalità pubblica si sono messi a disposizione per fronteggiare il Covid 19 – sottolinea Sallemi – . Come ci è stato chiesto, abbiamo sospeso l’attività programmata, riducendo moltissimo quella complessiva, ma continuando a gestire le fratture, che in questo periodo hanno subito una notevole flessione. Questo lascia libere potenziali risorse sanitarie, nella speranza che non ce ne sia bisogno, ma se occorre siamo pronti a dare una mano ai medici che gestiscono in prima linea l’emergenza. Contiamo anche che i nostri soci Asoto dell’ospedalità privata, qualora sia necessario, ci diano una mano”.

In questo momento, data l’emergenza, tutti i pazienti di Ragusa e Modica, confluiscono al Giovanni Paolo II di Ragusa, mentre l’ospedale Maggiore di Modica è stato individuato dall’Asp ragusana come struttura riservata ai pazienti affetti da Covid 19. “Quando l’emergenza sarà superata – afferma Sallemi – ci auguriamo che tutto quello che è successo possa servire per ripensare al sistema sanitario nazionale, ripagando i sacrifici enormi che gli operatori della sanità stanno affrontando in questi giorni. Noi chiediamo di riprendere in mano la gestione, se non in forma autonoma, almeno la cogestione della sanità. Vorremo che accanto ai direttori generali, a prendere le decisioni ci sia anche il consiglio dei primari, come era una volta”.

Intanto, si dovrà attendere che l’emergenza passi, per sperare in un ritorno alla normalità. “Basandoci sui dati scientifici dovremo aspettare diversi mesi per scongiurare il pericolo – spiega l’ortopedico – , ma non si potrà tornare alla normalità non prima dell’anno prossimo. Dovremo superare questa epidemia, poi ci sarà una fase di calo, poi ci sarà una nuova epidemia più ristretta e poi arriverà il vaccino, e solo allora potremo essere sicuri che sia finita”.



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